L'arte di ricordare le giornate #1

Oggi è stata una giornata normale. Di quelle nella media, di quelle che nessun ricordo ti rimane impresso nella mente. Di quelle che ti chiedi se se stai vivendo o stai esistendo. Rare volte invece capita che ti succeda qualcosa di speciale, tipo una bella giornata con gli amici e cose così. Capita che ti senti realizzato, o capita che al cinema sputi l'acqua in testa a quello che ti sta davanti. Capitano di quelle cose che non vorresti dimenticare mai.
Oggi era una giornata normale, però.

Io da vecchio: ho avuto una gioventù movimentata io, capitava sempre qualcosa di bello.
mio possibile figlio: che fortuna! E il 15 novembre 2006 cos'è successo?
Io da vecchio: ...
mio possibile figlio: ...e io che pensavo fossi un papà figo!

Una possibile conversazione con un mio possibile figlio sarebbe andata così, se poi non fosse accaduto l'imprevedibile. Quel tipo di imprevedibile, però, che ti fa pensare di essere un demente. Anche se io so, dentro di me, che non è colpa mia.

Dialogo tra la mano sinistra e la mano destra, di fronte al cesso.

Sx: tieniti pronta che fra un po' lo rimettiamo dentro.
Dx: tranquilla, sono quì.
Sx: eh, non si sa mai, magari ti distrai...
Dx: no, no, tranquilla. Lo so che se non ci sono io quello lì fa un casino tutto intorno al cesso.
Sx: ok Dx, lo sai che ti voglio bene.
Dx (sorridendo): grazie amica mia.
........poco dopo...
Sx: oh! Ecco! Dai che questo quì ha finito, vieni ad aiutarmi a sistemarlo dentro!
Dx: ...
Sx: dai che da sola non ce la faccio!
Dx: ...
Sx: oh ma che fai?!
Dx (da dentro la tasca): ohi, scusa! Sto prendendo il cellulare dalla tasca, aspe' che arrivo... tiro... fuori...da...
Sx: no! Ferma, non portarti dietro il cell...
Dx: ECCOLO!! (la mano destra corre dalla sinistra per aiutarla. Con il cellulare appresso.)
Sx (guardando il cellulare finire dentro il cesso): adesso ci vai tu a prenderlo, lo sai?